Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge non si basa solo sulla volontà di improntare sempre più la nostra pubblica amministrazione a criteri di economicità e di funzionalità, come del resto prevede la Costituzione.
      La presente proposta di legge si basa su una convinzione culturale e politica assai più profonda: il free software o software libero che si intende incentivare nella sua diffusione e nel suo utilizzo nel nostro Paese è una scelta strategica, tanto per garantire una indipendenza culturale ed economica del «sistema Italia» rispetto a poche imprese multinazionali monopoliste, quanto per garantire nella pratica una nuova democrazia trasparente e una nuova cittadinanza elettronica uguale per tutti gli italiani.
      Non è possibile che oggi l'accesso digitale, le capacità creative dei singoli siano sottoposti a vincoli economici.
      Incentivare l'adozione di software liberi è prima di tutto quindi una scelta di democrazia, di uguaglianza oltre le barriere culturali, simboliche ed economiche imposte dalle sole leggi di un mercato spesso selvaggio, che limita la partecipazione, l'accesso all'innovazione.
      Free software e open source vogliono dire, prima di tutto, pluralismo e libertà di accesso - senza vincoli economici o culturali - alla società dell'informazione e alla rete INTERNET.

 

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      Free software e open source vogliono dire, prima di tutto, solidarietà di culture, capacità cooperativa, possibilità di collaborazione oltre la semplice voglia di immediato profitto.
      Free software e open source vogliono dire, prima di tutto, incentivare una pratica di scambio e di diffusione di esperienze e di contenuti informatici tra singoli, tra pubbliche amministrazioni, tra realtà associative e culturali.
      È a partire da questi stessi princìpi e valori e proprio a conferma dell'affidabilità e dell'efficienza dei free software che le principali pubbliche amministrazioni della Francia e della Germania hanno adottato questa nuova politica di gestione e di utilizzo dei sistemi operativi e dei software liberi.
      È proprio per l'economicità, l'efficienza e le enormi potenzialità collaborative che diverse amministrazioni in Emilia Romagna e in Toscana hanno riconvertito i loro principali sistemi informatici utilizzando l'open source e il free software.
      Pertanto, anche alla luce di esperienze straniere e italiane, credo sia ormai irrinunciabile avviare una politica specifica per incentivare l'utilizzo e la diffusione del free software, favorendo la cessione gratuita del software libero (articolo 1), come definito ai sensi dell'articolo 2 della presente proposta di legge.
      La diffusione di sistemi operativi liberi andrà sostenuta attraverso obblighi precisi per la pubblica amministrazione, specifici incentivi per la ricerca, campagne e iniziative delle istituzioni formative e dell'associazionismo (articoli 6, 7 e 8). A tale fine è istituito un apposito fondo presso il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri (articolo 11).
 

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